“Primo libro dell’Abisso”



Jack Raven.

L’inizio…
La discesa nell’Empio Abisso.
Confesso che potrebbe esserci anche delle risalite,
forse addirittura dei tentativi di cercare una luce
più forte di quella che l’oscura cavità
emana…
ma l’Abisso è insidioso e ammaliante,
per quanto ne so potrebbe ingannarmi
e farmi vagare per l’eternità,
tra le sue membra dolci e fetide al contempo.
Questo è il primo degli scritti,
bagnato dall’inchiostro e dalla conoscenza infinita
di chi nulla sa, ma che tutto vuole sapere.
A te, oscurità accecante,
dedico questa prima pagina… E molte altre.

Un libro di poesie, che ti lascia senza fiato. Ogni riga ti crea un enorme nodo in gola, parole che ti colpiscono alla prima lettura, al primo istante rimani impietrito da quelle parole forti che ti rimangono impresse per bene nella mente.

Ogni singola riga, ogni singola pagina, ogni singola poesia ti toglie il fiato, ti congela il cuore. Pensieri rudi, forti raccolti in un unico libro.

Un ragazzo che ama l’ignoto, che adora nascondersi nella natura, fuggire dal mondo reale, e caotico, per rifugiarsi in un luogo incontaminato, un posto lontano dalle quotidianità di ogni giorno, in cui la sua mente può aprirsi senza nessuna distrazione ad un altro mondo, un mondo cupo, profondo, intrinseco di misteri, di cupi pensieri, un mondo che solo in pochi sono in grado di vivere, di raccontare. Infatti per scrivere dell’abisso ci vuole una mente forte, una grande capacità descrittiva. Non tutti possiedono questa grande capacità, non tutti possono come Jack Raven raccontare di questo mondo.

Grazie Jack Raven per questa bellissima possibilità, grazie per avermi permesso di leggere, di leggerti. È stato un lungo, intenso bellissimo viaggio. Mi hai fatto scoprire un altro lato della lettura. Un altro mondo, un mondo che è stato al quanto difficile da apprendere, ed è soprattutto stato fantastico da vivere.

Il demone abissale si voltò verso il giovane
e lo scrutò a fondo con i suoi occhi pieni del nero vuoto,
che solo l’Empia Cavità può creare.
“A cosa stai pensando?” chiese l’oscuro essere.
“Alla notte…” rispose sognante il ragazzo.
“Perché pensi alla notte, essere peccatore?
È forse un rifugio per te? Un luogo di pace?”.
Sempre guardando nel vuoto il ragazzo disse:
“Amo la notte! Ci avvolge, penetra in noi,
mi fa sorridere e mi ricorda lei! La sua bellezza…”
il demone sapeva bene a chi il giovane si riferisse,
sapeva che il ragazzo amava una creatura alla follia.
“L’empio Abisso te la può consegnare…
Fatti divorare dall’oscura dolcezza!”.
Il ragazzo guardò il demone e pensò:
‘Per lei ucciderei, per lei distruggerei e brucerei ogni cosa…
Dolce, nero amore…’
“Benvenuto…” sussurrò il demone.

Pappalardo Roberta

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